Il luogo è gestito dall'associazione degli "Amici della pittura siciliana dell'800" capitanati dal notaio Pusateri e dal dott. Minacori, gentili ospiti.
Sugli scudi per ora artisti agrigentini, due dei quali ci hanno accompagnato per le sale delle Fabbriche: Giuseppe Agozzino e Piero Zambuto.
La parte mangereccia era dedicata ai panini che da sempre accompagnano la nostra vita. U pani cu pisci all'olgiu l'abbiamo mangiato nella nostra giovinezza, ma per la serata abbiamo utilizzato un fantastico sgombro di Lampedusa, sodo e saporito. Poi c'erano il panino con la mortadella IGP Bologna e quello ca' meuza del Palermitano (si chiama così anche se il nostro amato palermitano - il sig. Pullara - non sappiamo dove sia e se sia ancora tra di noi).
A impreziosire la serata cosacavaddu ragusano semistagionato, fiore sicano, crostini con la cipolla di Giarratana (PRESIDIO SLOW FOOD) e lardo di Colonnata.
E ancora pane con la confettura di pesche tardive di Leonforte (IGP in corso di riconoscimento).
Nei calici Castellucci Miano Brut, Essenza (Nero d'Avola e Frappato) di Cummo e Ambrosìa (zibibbo dell'Azienda Agricola Favuzza di Salemi), medaglia di bronzo all'ultimo Vinitaly.
Ma se l'imago...
schieramenti moderatamente ostili
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